giovedì 4 agosto 2011
piccola vita
Ieri, mezzogiorno circa. Esco dall'auto e vedo una cosetta di 4 cm più o meno per terra. Mi accorgo che la cosetta ha due occhietti membranosi chiusi, una pelle sottilissima e non ha neanche una piuma. Mi porto la mano alla bocca, in pieno terrore. E' morto, me lo sento. Chiamo mia sorella che mi convince ad avvicinarmi per controllare cos'ha. Si muove. Esulto mentalmente. Respira affannosamente e muove le alette senza penne cercando di sfuggire al sole cocente. Mi viene da piangere. Una creaturina così piccola, un neonato, totalmente impotente. Non può reagire, non può muoversi, non può fuggire. Costretto a rimanere lì, sotto il sole di mezzogiorno a supplicare che qualcuno lo salvi, nel mondo sordo della città. E' qualcosa di così crudele che mi paralizza. Per fortuna c'è mia sorella, che è più coraggiosa di me in queste cose. Con un fazzolettino lo raccoglie e lo appoggiamo nell'aiuola accanto, all'ombra. Il nido è lì, sull'albero, ma è troppo in alto e nessuna delle due ci arriva. Aspettiamo i soccorsi, senza il coraggio di controllare se il piccolo respira ancora. Quando arriva mio cognato, decisamente più alto di noi, trovo finalmente la forza di controllare. La creaturina non si contorce più, ma respira con calma. Mio cognato la prende e la lascia nel nido. La mamma corre a nutrirla. E' salva.
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è da ieri che ci penso *-*
RispondiEliminasei stata bravissima *-* io non avevo proprio il coraggio di toccarlo... avevo paura che mi si rompesse tra le mani.. *-* che bella storia a lieto fine :')
RispondiEliminaBelle <3
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