venerdì 26 aprile 2013

Il mio post alla Carrie Bradshaw

A volte mi osservo cambiare.

E' un piacere perverso e leggermente sadico quello di guardarsi dentro e osservare i piccoli enormi cambiamenti che hai subìto.

E' come infilare una mano dentro te stesso, afferrare il tuo cuore tra pollice e indice e piazzarlo sotto il vetrino di un microscopio.

Terribilmente inquietante. Ma crudelmente utile.

E allora ti accorgi che il tuo mondo si è tinto di un altro colore. I toni sono diventati più caldi, le lacrime sono aumentate e la colonna sonora è leggermente variata.

In questo shelliano incontro con me stessa,  mi domando se sarebbe realistico pensare di non modificarsi, se sarebbe opportuno sforzarsi di non deviare dalla strada che ci si era prefissati per non rischiare di diventare ciò che non si è, ciò che non si voleva.

Perciò mi chiedo: cambiare deve significare per forza tradire se stessi? Il vero tradimento non è forse l'obbligarsi a non evolversi?

In questa società volubile e incostante, il cambiamento è diventato il nemico oppure è possibile cambiare rimanendo se stessi?

silvia4

Lascio a voi le riflessioni.. Io la mia conclusione l'ho già tratta <3