In questi giorni potete considerarmi prigioniera tra le mura del Vaticano, coinvolta di buona voglia negli intrighi dei Borgia. La Bellonci mi ha presa per mano e mi ha gettata in pasto a questa famiglia straordinaria (l'aggettivo non è un elogio, è solo una constatazione).
Passioni, incesti (veri o presunti che fossero), potere e sensualità bruciano questo sangue vibrante di vita e di bramosia che scorreva nelle vene della famiglia più potente d'Italia. Onorati, riveriti, temuti da tutti. E da tutti disprezzati. Hanno manipolato le vicende dell'Italia rinascimentale: illegittimi, corruttori, scandalosi ma sempre e sempre più forti.. e
intoccabili.
Rodrigo, papa Alessandro VI.. lussurioso e nepotista, gestisce con stupefacente abilità diplomatica le redini della famiglia, ma sempre e inguaribilmente in balia delle passioni.
Cesare, primogenito del papa. "Non ci fu uomo con meno vocazione religiosa di lui" dice la Bellonci.. e ci prende in pieno. Assetato di potere temporale, Cesare è straordinariamente intelligente. Così astuto e spietato da incutere inevitabilmente paura.
Lucrezia, unica figlia femmina della stirpe papale. Bella e
donna. Travolta dai giochi maschili che scelgono al posto suo e dagli uomini soverchianti della sua famiglia che nell'ombra languida delle candele tracciano il suo destino.
E poi nell'ombra decine di figure si nascondono tra i broccati, i velluti e le sete del palazzo. Giulia la Bella Farnese, che sospiri vibranti di passione ha suscitato in tutta Italia e per la quale il papa perse la testa. Sancha d'Aragona, la voluttuosa, capricciosa e passionale principessa adolescente data in sposa al piccolo e infantile Joffré Borgia. Juàn, l'inetto e favorito figlio di papa a cui tutti i privilegi sembrano piovere dal cielo. Il bello e virtuoso Alfonso di Bisceglie, che inevitabilmente sarà travolto dall'impetuoso fiume degli interessi borgiani. Figure che passano nell'universo dei Borgia, illuminate dalla luce sinistra delle loro mire e delle loro brame e che cercano, insaziabilmente, di resistere alla forza della famiglia e, se possibile, di carpire le briciole del loro potere.
"Lucrezia Borgia", di Maria Bellonci (che avevo già amato in "Rinascimento privato") ci porta in un Vaticano che si presenta come un affresco di vizi e vergogne.
Un girone dantesco in cui i Borgia regnano sovrani.