giovedì 5 dicembre 2013

Prospettiva

A volte è una sensazione strana.

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Procedo immersa nella mia vita. Egocentrica, mi ritrovo avvolta dai miei pensieri, convinta di essere il centro del mondo.

E tutti gli altri, quelli che mi si muovono intorno, che corrono sotto la pioggia o ondeggiano la testa nelle auto in coda, al ritmo di una musica che non riesco a sentire, quei volti che ridono o si animano alla fermata del bus, quegli occhi bassi che penetrano l'asfalto sferzato dal temporale, tutti loro per me sono solo uno sfondo.

Come io lo sono per loro.

Immersi nella nostra vita, a volte ci dimentichiamo di essere lo sfondo di qualcun altro.

martedì 17 settembre 2013

Passion

passion

Non un'ombra di trasalimento, non un bisbiglio di eccitazione;


questo rapporto ha la stessa passione di una coppia di nibbi reali. Voglio che qualcuno ti travolga, voglio che tu leviti, voglio che tu canti con rapimento e danzi come un derviscio! Voglio che tu abbia una felicità delirante! O almeno non respingerla.
Lo so che ti sembra smielato ma l'amore è passione, ossessione, qualcuno senza cui non vivi. Io ti dico:


"Buttati a capofitto! Trovati qualcuno da amare alla follia e che ti ami alla stessa maniera!"


Come trovarlo? Be', dimentica il cervello e ascolta il cuore. Io non sento il tuo cuore. Perché la verità, tesoro, è che non ha senso vivere se manca questo. Fare il viaggio e non innamorarsi profondamente, be', equivale a non vivere.


Ma devi tentare perché se non hai tentato non hai mai vissuto.



Vi presento Joe Black

giovedì 5 settembre 2013

Recensione: "La contessa nera", R. Johns

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Quando ho comprato questo libro conoscevo già la famigerata contessa nera, quella sposa del diavolo che si diceva discendesse da Dracula e che facesse il bagno nel sangue delle vergini. Conoscevo di lei anche una versione meno leggendaria, quella di una nobildonna che torturava le giovani fanciulle per il gusto di infliggere sofferenza e che trovava perfino divertente escogitare nuovi supplizi per le sue vittime.

Date queste premesse, mi aspettavo un libro perverso, crudo, che indagava sottilmente la psicologia di un’assassina e che, proprio perché scritto in prima persona, usasse ellissi, omissioni e stratagemmi narrativi per riabilitare la figura della protagonista. E invece no. Ci sono ellissi, ci sono omissioni, ma inutili ad indagare la psiche di Erzsébet Bàthory. Certo, è ben scritto e cattura, ma allo stesso modo in cui avrebbe potuto catturare la vita infelice di qualsiasi nobildonna di fine ‘500. Potevo comprendere e giustificare uno smorzamento delle tinte violente e perverse della leggenda che parlano di una contessa vampira, una bevitrice di sangue e una strega che si dava alle orge e alla magia nera. Ma mi aspettavo che la sua crudeltà fosse illuminata da un’altra angolazione, che fosse vista nella luce della sua superbia e della sua nobiltà, magari anche dell’inevitabilità di quegli omicidi. Ma non avrei potuto indovinare, quando ho scelto questo libro, che questa efferatezza fosse completamente scomparsa, ad eccezione che in un paio di episodi, peraltro molto noti e che non potevano essere omessi dall’autrice.


"Non ho fatto nulla che non mi spettasse per diritto di sangue e di titolo, né al conte palatino né a nessun altro.” Fa dire Rebecca Johns alla nostra contessa, ed è una posizione che manterrà fermamente per tutto il romanzo. Mai nega gli omicidi, anzi li legittima. Ed è da questo spunto che mi aspettavo una buona abilità d’indagine e di narrazione: nel raccontare le vicende di un’assassina dal suo stesso punto di vista. Quella che doveva essere per lei un’arte del punire e dell’uccidere, invece, si intuisce appena.


Poteva essere qualcosa di superbo, uno di quei libri in cui non puoi non essere rapito dal cattivo. E invece non lo è. Non ci sono il sangue, l’atrocità e la ferocia di una donna che effettivamente aveva forti squilibri psichici e neurologici a causa dei rapporti incestuosi presenti nel suo albero genealogico.


La storia di Erzsébet Bàthory era un soggetto narrativo perfetto. Un’epoca storica meravigliosa, in un paese dagli scenari incantevoli, un personaggio spietato e superbo, contestato, discusso, dannato. Tutto questo banalizzato all’ennesima potenza in un romanzo storico femminile molto soft, ben scritto, con qualche lieve accenno alle oscure vicende che si consumano nelle segrete.


Dunque, non è propriamente storico-politico, né rosa, né gotico, né horror, neanche thriller: più che altro, la Johns prova a farci entrare nell’universo delle spose bambine, delle dodicenni date in mogli a uomini mai visti, delle immense magioni da gestire con tutti i problemi ad esse legati. E devo dire che ci riesce abbastanza bene. Per cui se avete voglia di leggere di tradimenti e amori sorti tra i collari di pizzo e i capelli acconciati delle dame seicentesche, magari vi potrebbe interessare.


Ve lo consiglio se e solo se non avete alcuna aspettativa di sorta sul magnifico quanto macabro personaggio di Erzsébet Bàthory.



Voto 2/5

sabato 24 agosto 2013

Recensione: "Il petalo cremisi e il bianco", M. Faber

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“Attento. Tieni la testa a posto: ti servirà. La città in cui ti conduco è vasta e intricata, e tu non ci sei mai stato prima. Puoi immaginare, da altre storie che hai letto, di conoscerla bene, ma quelle storie ti hanno illuso, accogliendoti come un amico, trattandoti come se fossi uno del posto. La verità è che tu sei un alieno, in tutto e per tutto, arrivato da un altro tempo e da un altro luogo.”


Così scrive Michel Faber nelle prime righe de Il petalo cremisi e il bianco. Così scrive e mi rapisce completamente. Perché la sua voce, prima solerte, poi discreta, ti prende per mano e ti conduce lontano, nella Londra fumosa e sporca del 1874 lungo i vicoli impregnati di odori umani, tra i ciottoli viscidi di sudiciume, nelle laidezze di Church Lane: un mondo ricostruito attraverso vent'anni di ricerche e nel quale Faber si destreggia con estrema cura e spontaneità.



Lo scrittore olandese ci racconta gradualmente, con ritratti indiretti, con sottili accenni, la storia di una prostituta di cui non conosceremo neanche il vero nome: Sugar, la chiamano. Sfrenata quanto intelligente, è colta, arguta, calcolatrice ma anche umana e fragile. Senza scadere mai nella banalità di un romanzo erotico né di un rosa, la sua ascesa e la sua caduta ci suggeriranno un universo che scardinerà gli ideali romantici dell’Inghilterra vittoriana a cui la letteratura ci ha abituati. Non ci sono devote signorine dabbene che ci accompagneranno in ricevimenti sofisticati, nessun aristocratico gentiluomo che ci aiuterà a scendere dalla carrozza. Ad uno ad uno, i camei in  cui avevamo imprigionato un’epoca si disgregheranno per mostrarci le sue ombre e al contempo quella stessa società ci avvincerà nella sensualità di avventure focose, ci blandirà con un ingegno e una verve sfavillanti grazie ai quali continueremo a svoltare pagina, a seguire le vicende intriganti di personaggi tanto sfuggenti quanto memorabili.


A metà tra il disgusto e il fascino, ci racconta ogni dettaglio infimo, grottesco, volgare, ogni moto d’animo e di sentimento, ogni miseria e ogni innocenza. Con candore e limpidezza, perfino con eleganza, Faber ti incatena a Sugar e alla sua storia. Lo stile è fresco, signorilmente esterno ai fatti, eppure si muove con lo stesso ritmo, la stessa cadenza del mondo che descrive.



Una voce narrante che ne fa parte e ti introduce ad esso, eppure rimane sottilmente dietro le quinte, attenta a non disturbare. Il linguaggio è capace di spiazzarti, tra volgarismi e termini eruditi, formule desuete e rozze espressioni popolaresche. Unica pecca: non è riuscito a saziare la mia voglia di Sugar. Ho riletto le ultime pagine incredula, non riuscendo a convincermi che fosse finito. Forse segno di sublime grandezza, quello di legarti in tal modo alla storia, eppure ho sperato che continuasse e non sono riuscita a superare il trauma. In definitiva, Il petalo cremisi e il bianco è riuscito ad avvincermi come non mi accadeva da molto tempo, mi ha ghermita in un mondo che splende, fin dalla prima pagina, di cremisi e di bianco.


Dalle pagine fluttuano petali secchi, cremisi e bianchi, che si posano sul pavimento impalpabili.


Bianco e cremisi, un binomio sottile, che permea l’intero romanzo. Senza ridondanze, senza eccessi, una presenza costante e silenziosa, di cui appena vi accorgerete. Il rosso vermiglio del sangue di una donna, una come tante, morta per strada nell'indifferenza, di cui nessuno conoscerà mai il nome né il volto; cremisi come un vestito di velluto, segno di professione e ostentazione, monito inquietante di una personalità senza scrupoli. Bianco è il segno pallido su una pelle tigrata da una strana malattia; latteo come le lenzuola che avvolgono il sonno di una donna fragile e impotente, in bilico tra depressione e follia.


Quando chiuderete il libro, il cuore che batte un po’ più forte per la lettura appena conclusa, osserverete la copertina e leggerete il titolo. E, forse, percorrendo con la mente le pagine lette, intuirete, come me, che la passione e la purezza, la violenza e l’innocenza, tutto ciò che è rosso e tutto ciò che è latteo, erano sempre in agguato, come gatti nella notte, a suggerirvi un filo da seguire tra le miserie e gli splendori di Sugar.


Voto: 4,5/5

giovedì 18 luglio 2013

Forbidden stories

geisha

"Una storia come la mia non andrebbe mai raccontata,


perché il mio mondo è tanto proibito quanto fragile:


senza i suoi misteri non può sopravvivere."


Memorie di una geisha

venerdì 7 giugno 2013

Clarity - Zedd

Oggi vi consiglio questa canzone: ultimamente la sto ascoltando spessissimo, mi piace molto :3







"Cause you are the piece of me
I wish I didn't need.
Chasing recentlessly
Still fight and I don't know why..
If our love is tragedy why are you my remedy?
If our love’s insanity why are you my clarity?"

<3

lunedì 27 maggio 2013

Mirror

Ci sono momenti in cui la vita è uno specchio incrinato.


La guardi e ti ritrovi a pensare se ti appartiene, se le due immagini combaciano.


A volte non hai neanche bisogno di pensarci, lo senti già.


Lo senti dentro, come una disarmonia nel fondo della tua anima, una steccatura nella melodia della tua vita.


Quando senti questa dissonanza non ignorarla. Non lo fare, altrimenti finirai per abituartici. Non cercare di soffocarla, non la trascurare.


Semplicemente, cambia.


Stravolgi tutto quello che non va e riaccorda il tuo cuore con lo specchio della tua vita.mirror

domenica 12 maggio 2013

Scent of Summer

E' incredibile come tutto possa cambiare, ma alcune cose rimangano sempre uguali.

Il sapore dell'estate che si avvicina.. Quell'odore di sole e sale, di erba tagliata di fresco, di terra calda, il profumo della pelle scaldata da una luce dorata e quello del vento caldo che ti scompiglia i capelli.

E' quella sinfonia sottile di percezioni che sembra acuirsi con l'alzarsi della temperatura, come se i sensi fossero più sensibili, non più nascosti dai caldi tessuti invernali. E' quel bimbo che aspettava la fine della scuola, che correva a sentire la sabbia sotto i piedi o a saggiare la temperatura dell'acqua. E' la voglia di andare in bicicletta e di godersi il sole che arrossa le guance, sentirsi le labbra salate dopo una giornata di mare.

Queste cose non cambiano mai, che tu abbia otto anni o ventuno.

L'estate ci espone, ci rende vulnerabili. L'acqua di mare lava via le difese, il vento spazza via il gelido torpore del cuore, il sole ci riscalda l'anima.

E d'un tratto, di sorpresa, respiriamo Estate. E torniamo indietro nel tempo.

spring

 

 

mercoledì 1 maggio 2013

Io scrivo.

Scrivere è qualcosa a cui non so rinunciare.


E' qualcosa di dolcemente irrazionale, fortemente inconsapevole. E' più forte di me.


Il solo pensiero delle mie dita che volano sulla tastiera o della mia mano che si macchia d'inchiostro, il solo ricordare la sensazione di un mondo che prende forma attraverso la mia penna, basta a farmi sentire quel familiare nodo alla gola, quella commozione che mi inumidisce gli occhi e mi fa sorridere.


Oggi ho bisogno di scriverlo, di mettere questa rosa d'emozione e consapevolezza nero su bianco.


Forse perché a volte abbiamo bisogno di ricordare. Forse perché a volte l'unico modo per gestire le sensazioni è scriverle.


O, più semplicemente, perché io sono nata per questo. Sono nata per scrivere, sono nata per trasformare la mia anima in parole.


Solo così posso spiccare il volo.scr

venerdì 26 aprile 2013

Il mio post alla Carrie Bradshaw

A volte mi osservo cambiare.

E' un piacere perverso e leggermente sadico quello di guardarsi dentro e osservare i piccoli enormi cambiamenti che hai subìto.

E' come infilare una mano dentro te stesso, afferrare il tuo cuore tra pollice e indice e piazzarlo sotto il vetrino di un microscopio.

Terribilmente inquietante. Ma crudelmente utile.

E allora ti accorgi che il tuo mondo si è tinto di un altro colore. I toni sono diventati più caldi, le lacrime sono aumentate e la colonna sonora è leggermente variata.

In questo shelliano incontro con me stessa,  mi domando se sarebbe realistico pensare di non modificarsi, se sarebbe opportuno sforzarsi di non deviare dalla strada che ci si era prefissati per non rischiare di diventare ciò che non si è, ciò che non si voleva.

Perciò mi chiedo: cambiare deve significare per forza tradire se stessi? Il vero tradimento non è forse l'obbligarsi a non evolversi?

In questa società volubile e incostante, il cambiamento è diventato il nemico oppure è possibile cambiare rimanendo se stessi?

silvia4

Lascio a voi le riflessioni.. Io la mia conclusione l'ho già tratta <3

sabato 23 marzo 2013

Californication







"It's the edge of the world 
And all of western civilization 
The sun may rise in the East 
At least it settles in the final location 
It's understood that Hollywood 
sells Californication.."

 

Red Hot Chili Peppers

Anonymous

“Le voci… Non riesco a fermarle, mi assalgono. Mentre dormo, mentre veglio, mentre mangio, mentre passeggio. Le dolci brame di una vergine, le travolgenti ambizioni di un cortigiano, gli infernali disegni di un assassino, le pietose suppliche delle sue vittime!Solo quando metto le loro parole, le loro voci, sulla pergamena si allontanano, liberate. Solo allora la mia mente si placa… in pace. Diventerei pazzo se non registrassi le voci.”
“Sei posseduto…”




“Forse lo sono.”






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Anonymous

mercoledì 20 marzo 2013

Come ti vuoi?

free"C'è chi mi vuole più me stesso
e più profondo, più maledetto
e bravo padre e bravo a letto,
c'è chi mi vuole perfetto..



Di' un po': te come ti vogliono?
Di' un po': tu come ti vuoi?
Tu come ti vuoi?



E sono vivo abbastanza,
sono vivo abbastanza..
Per di qua, comunque vada,
sempre sulla mia strada.."



Ligabue

martedì 19 marzo 2013

domenica 17 marzo 2013

News

conf

Fanciulli, vi devo aggiornare di un po' di novità che avevo lasciato arretrate..

Perdonatemi, purtroppo ho trascurato il servizio informazioni in questi mesi.

A dicembre si è svolta a Tropea (Vibo Valentia, Calabria, Italia, Europa, Mondo) la splendida manifestazione del premio "Calabria per sempre", indetto dalla Fondazione Nicola Liotti.

Lì, ho avuto l'onore di partecipare come relatrice sul tema: "La lettura salva la vita?". E' stato un incontro bellissimo, ricco di confronto e di pathos, in cui ho avuto modo di incontrare persone fantastiche.

Quest'esperienza è stata ancora più bella poiché ho avuto l'occasione di condividerla con la mia meravigliosa sorellina, fondatrice di "Cose da lettori", pagina facebook di meritato successo.

Vi lascio con la foto dell'articolo pubblicato sul Quotidiano della Calabria,

Un abbraccio :)

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It's Time







 

"I don’t ever want to let you down,
I don’t ever want to leave this town..
‘Cause after all
This city never sleeps at night..

It’s time to begin, isn’t it?
I get a little bit bigger, but then I’ll admit
I’m just the same as I was
Now don’t you understand
That I’m never changing who I am?"

Imagine Dragons

Imagine

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Certe volte mi basta un istante di silenzio.

Solo un istante, per cambiare mondo.

Tutto ciò che ancora non è e che forse non sarà mai. Tutto ciò che può essere o che è confinato nell'irrealtà. Ciò che non sarò mai e ciò che già sono. Quello che sono stata e ciò che potrei diventare.

Tutto questo si sprigiona nella mia mente.

Sogno.

Creo.

Come pareti vischiose, visioni e aspirazioni edificano nella mia mente spaccati di vita.

Vite diverse, persone diverse e inconciliabili si impossessano di me per brevi istanti.

Sogno.

Creo.

Costruisco e disfo il futuro, plasmando con le mie stesse dita la vita che avrò.

Sempre diversa, sempre perfettibile.

Escludo e accolgo.

Un nuovo tassello di possibilità si aggrega al puzzle evanescente del mio futuro.

Dance Dance Dance

L'immaginazione non ha problemi di costi e preventivi.


È libera.


Mettiamo da parte ogni preoccupazione piccolo borghese e sogniamo.


dream


H. Murakami